La fase vegetativa della cannabis, nella coltivazione indoor e outdoor si manifesta come per qualunque altra pianta, è quello stadio del ciclo vitale dove avviene la crescita esplosiva dei semi o delle talee piantate. È da questa fase che dipende lo sviluppo, la fioritura e la resa finale di una pianta.

I growers più esperti e scrupolosi sanno bene che commettere il minimo errore durante questo stadio del ciclo di vita può compromettere non soltanto il raccolto ma anche la sopravvivenza della pianta stessa.

Sommario della guida:

In questo articolo cercheremo di rispondere a queste e ad altre domande. Ed ora, andiamo a scoprire tutto quello che c’è da sapere su questa fondamentale fase di crescita della canapa.

Leggi anche: “Fioritura cannabis indoor e outdoor”.

Cos’è la fase vegetativa e perché è importante

Qualcuno considera la fase vegetativa come quella che va dalla germinazione del seme alla fioritura. A voler essere più precisi però, la crescita di una pianta di cannabis può essere suddivisa in 5 stadi:

  1. Germinazione: corrisponde alla nascita del germoglio dal seme piantato. Dura all’incirca 1 settimana;
  2. Plantula: la piantina comincia a sviluppare le prime foglioline con punte seghettate tipiche della canapa. Ha una durata di circa 15 giorni;
  3. Fase vegetativa: lo stadio di sviluppo maggiore della pianta;
  4. Fioritura: la pianta è ricoperta di germogli che ben presto si schiuderanno lasciando spazio ai fiori;
  5. Maturazione: la fioritura è completa e viene seguita dalla raccolta, dove interviene l’uomo.

Lo stadio vegetativo, dunque, è quel periodo in cui puoi assistere a una crescita massiccia della pianta. Si sviluppa la massa vegetale, il fusto comincia a crescere in altezza e a diramarsi in rami sempre più spessi, le foglie a ventaglio iniziano a moltiplicarsi e a diventare più grandi, per assorbire più luce necessaria alla fotosintesi clorofilliana, e si manifestano anche i caratteri sessuali della pianta.

Come le altre fasi di crescita, anche la vegetativa è un momento cruciale. In questo stadio le piante si preparano a una fioritura ottimale. Negligenze o errori durante la coltura possono ripercuotersi sul successivo sviluppo della pianta. 

Ecco perchè, come potrai leggere anche in seguito, è molto importante fare attenzione agli aspetti coinvolti nella crescita di una pianta di maria e che riguardano luce, temperatura, umidità, irrigazione, nutrizione.

Ma prima di soffermarci su come gestire i bisogni delle tue piante e farle crescere al meglio, cerchiamo di capirne di più sulla fase vegetativa della cannabis.

Quanto dura la fase vegetativa delle piante di cannabis?

Abbiamo visto che la fase vegetativa comincia quando alla plantula spuntano le prime piccole foglioline. Ma quanto dura questo stadio? La risposta corretta è: “dipende”.

Premesso che la tua pianta abbia tutte le condizioni ottimali per crescere sana e forte in altezza e dimensioni, la fase vegetativa della cannabis può durare dalle 2/5 settimane indoor e fino alle 16/17 settimane se coltivata all’aria aperta.

Le tempistiche che ti abbiamo detto sono comunque indicative perchè dipendono 

  1. Dal patrimonio genetico della specie;
  2. Dall’obiettivo del grower.

A seconda delle dimensioni desiderate della pianta coltivata indoor, ogni grower può far vegetare le proprie piante per più o meno tempo. Se il tuo obiettivo è ottenere piante di grandi dimensioni e rese più abbondanti, l’ideale è lasciarle in fase vegetativa il più a lungo possibile, sia indoor che outdoor. 

Al contrario, per contenere l’altezza, basta piantare i semi all’aperto a stagione inoltrata, più in prossimità dell’autunno. Lasciandole vegetare indefinitamente indoor, senza forzare la fioritura, comunque, avrai la possibilità di produrre talee e cloni dalla “pianta madre”.

Riguardo il patrimonio genetico, le specie più lente a crescere sono quelle fotoperiodiche. La fase vegetativa delle specie femminizzate dipende infatti dai cicli di luce/buio, soprattutto se coltivate indoor. In questo caso avranno bisogno di almeno 18-24 ore di luce. Più saranno esposte alla luce e più veloce sarà la loro crescita, anche 3-5 settimane.

Per le piante fotoperiodiche la fase vegetativa si conclude quando diminuiscono le ore di luce. All’aperto ciò accade quando si passa dalla fine dell'estate all’autunno, mentre in spazi di coltivazione interni, avviene quando il ciclo di illuminazione artificiale viene accorciato a 12 ore di luce e 12 ore di buio.

Le più veloci in assoluto, invece, sono quelle che si sviluppano a partire dai semi autofiorenti. Ma qual è la durata della fase vegetativa delle specie autofiorenti? Scoprilo leggendo il prossimo paragrafo.

Fase vegetativa piante autofiorenti: qual è la durata

Quando inizia la fase vegetativa autofiorenti? All’incirca a partire dalla quarta settimana dal momento in cui è avvenuto il posizionamento del seme nel substrato, la germinazione ed è spuntata la plantula.

Grazie alla loro discendenza genetica Cannabis ruderalis, le autofiorenti,vegetano rapidamente. Se desideri coltivarle outdoor, per esempio, dovresti cominciarle a piantare nei due mesi in cui le ore di sole sono di più.

La fase vegetativa delle autofiorenti indoor, invece, dura all’incirca 2/4 settimane, tra la quarta e la quinta settimana del loro ciclo vitale inizia la fioritura. Alcune specie possono essere più lente altre, invece, più precoci. 

In una coltivazione interna le piante non dipendono dai cambiamenti stagionali, perciò tutto il loro ciclo vegetativo può essere facilmente controllato dal grower sottoponendole anche a cicli di 18-20 ore di luce. Questo perché le autofiorenti non sono varietà fotoperiodiche e, dunque, il loro “orologio vegetativo” può essere manipolato dall’uomo non appena nascono.

Come ottenere una buona fase vegetativa Indoor e Outdoor

La fase vegetativa di una pianta di cannabis è fondamentale sia per le coltivazioni interne che per quelle all’aria aperta. In entrambi i casi, infatti, è necessario che le piante si trovino nelle condizioni ambientali ottimali per poter continuare a crescere sane e rigogliose, in vista della fioritura.

Migliore è lo stato di salute di una specie in questo periodo, maggiori saranno anche le probabilità di assistere a una fioritura rigogliosa. Del resto è scontato, più una pianta cresce e più sarà il numero di cime che riuscirà a sviluppare. E questo, lo capisci facilmente, significa anche raccolti abbondanti.

Acqua, nutrienti, luce. Sono gli elementi vitali per ogni pianta. Occorre però tener ben presente le differenze che ci sono tra una coltivazione indoor e una all’aperto. Ambienti diversi che pongono ai growers ostacoli e sfide differenti.

Fase vegetativa indoor

Nelle colture indoor gli spazi a disposizione delle piante sono piuttosto limitati, a fronte però della possibilità di avere un controllo totale sulle condizioni ambientali per tutto il ciclo vitale.

Questi due elementi sono anche il motivo per cui i growers preferiscono coltivare al chiuso soprattutto:

  • varietà indica;
  • autofiorenti.

Entrambe le genetiche, infatti, non raggiungono altezze e dimensioni eccessive. Le piante con caratteristiche da sativa, infatti, tendono a crescere notevolmente e possono aumentare fino a 3 volte in fioritura. È possibile limitare la crescita della cannabis con le tecniche SOG e ScrOG, ma si tratta di modalità avanzate non adatte ai principianti.

Il vantaggio di coltivare indoor comunque è quello di poter controllare l’esposizione alla luce. L’illuminazione è importante per svariati processi metabolici delle piante, a partire dalla fotosintesi clorofilliana. Una buona vegetativa indoor richiede un rapporto tra luce e buio di almeno 18/6 per le varietà fotoperiodiche e di 20/4 per le autofiorenti. Il controllo della coltura indoor non riguarda solo la luce. Come vedrai è necessario saper gestire anche altri parametri vitali.

Fase vegetativa Outdoor

Una coltura all’aperto significa meno controllo non soltanto sulla fase vegetativa ma su tutto il ciclo vitale di una pianta di cannabis. All’aria aperta una piantagione è esposta agli agenti atmosferici e ci si affida ai ritmi della natura, ma ciò comporta sia vantaggi che svantaggi.

Nelle colture outdoor non sarà necessario utilizzare sistemi di illuminazione artificiale, potendo contare sulla luce del sole, ed anche l’irrigazione sarà meno dispendiosa grazie alle piogge. Tuttavia, all’aria aperta si ha anche a che fare con parassiti, insetti e altri fattori che possono danneggiare le piante.

Cosa fare allora per far sì che una piantina di marijuana abbia una crescita rigogliosa all’aperto? Diventa essenziale proteggerla aumentando le sue difese naturali. Tra gli accorgimenti che è possibile adottare ci sono:

  • Utilizzo di insetti predatori per eliminare parassiti dannosi;
  • Piante da consociazione per attirare gli insetti pericolosi;
  • Spray fogliari come prevenzione per la formazione di muffe e funghi.

Per quanto riguarda l’aspetto del clima, devi sapere che le piante a predominanza sativa prediligono condizioni ambientali a tendenza tropicale. Quelle con una genetica predominante indica, invece, danno il meglio di sé in climi aridi e caldi. Le autofiorenti, dato il breve ciclo vitale, possono crescere bene anche dove fa più freddo.

Sulle tempistiche della coltivazione è importante considerare gli intervalli di tempo massimo, ovvero quanto dura lo stadio vegetativo di una determinata varietà. Se la specie fotoperiodica prevede una crescita vegetativa di 5 mesi, allora sarà necessario piantare i semi tra aprile e maggio così da arrivare alla fase di fioritura in autunno (tra fine settembre e inizio ottobre). Se l’autunno inizia ad agosto, invece, bisognerà seminare a marzo.

Le varietà autofiorenti che hanno bisogno soltanto di 2 mesi, per arrivare a fiorire in autunno dovranno essere piantate 3 mesi dopo le fotoperiodiche, nel periodo in cui le ore di sole saranno maggiori 

Quali sono i fattori importanti da considerare nella crescita di una pianta di marijuana

Abbiamo visto come durante la fase vegetativa una pianta di cannabis getta le basi per la fioritura. In questo stadio le foglie a ventaglio si espandono per catturare più luce e trasformarla in energia. L’apparato radicale si amplia per fornire al fusto che cresce un solido ancoraggio. Tutti questi processi fisiologici sono influenzati in positivo e negativo da alcuni fattori:

  1. substrato;
  2. irrigazione;
  3. nutrizione;
  4. ventilazione;
  5. temperatura e umidità relativa;
  6. illuminazione.

Da ciascuno di questi fattori dipende il futuro di una coltivazione di cannabis. Un errore può essere decisivo nell’insuccesso del raccolto, ecco perché conoscerli è fondamentale per ogni grower che si rispetti. Analizziamoli nel dettaglio uno per uno.

Substrato di coltivazione

Il substrato è dove nascono e si sviluppano le radici. Si possono scegliere diversi tipi di substrati per coltivare le piante. La scelta però influenzerà anche la durata della fase vegetativa. 

Utilizzando il suolo, il periodo di crescita potrà allungarsi di poco sebbene sia già naturalmente composto di tutte quelle sostanze nutritive di cui la pianta ha bisogno, quindi è ideale per i coltivatori principianti;

La fibra di cocco è un substrato molto aerato, quindi la durata si accorcia perché è fornita una buona ossigenazione alle radici. L’inconveniente è che non contiene sostanze nutritive che vanno somministrate, richiedendo quindi anche più attenzione nell’irrigazione e nel controllo di pH, EC, temperatura ecc… 

Un sistema di coltivazione idroponico consente di accorciare notevolmente il tempo di vegetazione, ma si tratta di un sistema complesso da gestire e laborioso che solo i coltivatori esperti possono impiegare.

Illuminazione

Le piante fotoperiodiche coltivate indoor, durante la fase vegetativa, prediligono cicli di 18 ore di luce e 6 di buio. Usando lampade HPS e luci a LED controllate da un temporizzatore, è possibile impostare il fotoperiodo ottimale per una coltura senza causare troppo stress alla pianta. Per le autofiorenti, invece, è necessario fornire tra le 18 e le 20 ore di luce al giorno in fase vegetativa.

Il ciclo luce-buio è vitale per ogni specie vegetale: quando sono illuminate avviene la fotosintesi, cioè la luce viene catturata e convertita in energia chimica; durante le ore di buio avviene la respirazione cellulare fondamentale per il metabolismo della pianta, con il rilascio di anidride carbonica. L’equilibrio tra questi due processi consente il corretto sviluppo della specie.

Irrigazione

L’acqua è vitale per una pianta ma il fabbisogno per la cannabis segue proporzionalmente la sua crescita. Troppa acqua può essere dannosa, ecco perché è necessario irrigare solo quando il terreno è completamente asciutto e fino a 3 cm dalla superficie.

Molto importante è poi il  valore di pH dell’acqua, ottimale se compreso tra 6-7, per colture a suolo. La conducibilità elettrica (EC), invece, deve essere di circa 0,4-1,2 milliSiemens. Per i sistemi idroponici e in fibra di cocco, funzionano correttamente un pH di 5,5-6,5 e una EC tra l’1,4 e l’1,6. Se interessato conulata la nostra guida: Come innaffiare correttamente la cannabis

Nutrienti

Essenziale per una pianta di marijuana durante la crescita vegetativa è soprattutto l’Azoto. In questo stadio, infatti, il rapporto tra i nutrienti N-P-K (azoto, fosforo, potassio) dovrebbe essere di 2:1:1. Anche se non sei un coltivatore esperto è facile accorgersi delle carenze di una pianta: se le foglie sono di un bel colore verde e non cadono, vuol dire che il livello di azoto è adeguato. Al contrario, diventerebbero gialle.

Temperatura e umidità

Le colture in stato vegetativo prediligono temperature che vanno dai 20 ai 30°C durante le ore di luce, e di 17-21°C quando sono al buio. Per quanto riguarda l’umidità, sorprendentemente in questa fase le piante sopportano anche valori del 60%, molto elevati rispetto ad altre fasi.

È importante comunque che l’umidità relativa non scenda mai al di sotto del 40%. Questi parametri si possono facilmente controllare indoor dotandosi di termometri, igrometri, condizionatori e deumidificatori. La cannabis coltivata all'aperto, invece, riesce a sopportare fino a 38°C, questo perché le sue radici sono ben ancorate in profondità nel terreno fresco. 

Ventilazione

La circolazione dell’aria è un aspetto importantissimo nella fase vegetativa, sia indoor che outdoor. La ventilazione permette alle piante di respirare ossigeno e lasciar andare anidride carbonica. Se si coltiva all’interno sarà quindi opportuno garantire il ricircolo dell’aria con un buon impianto di ventilazione e di aspirazione dell’aria esausta.

Conclusioni sul periodo di crescita della cannabis

Arrivato fin qui sai davvero tutto sulla fase vegetativa delle piante di cannabis. Ma come ben saprai in Italia non è permesso coltivarla e queste informazioni ti serviranno soltanto per la tua cultura cannabica. 

La buona notizia però è che anche online si possono acquistare semi di cannabis da collezione. Su Grow Shop Italia trovi i migliori semi femminizzati e autofiorenti a prezzi davvero unici.