Sai cos’è il flushing della cannabis?

Il lavaggio delle radici, è una pratica tanto diffusa quanto importante, nella coltivazione indoor e outdoor. Per molti growers, infatti, “flushare la cannabis” è una tecnica indispensabile per ottenere cime incontaminate e dal sapore puro.

Ma se da una parte c’è chi è fermamente convinto che sia questo l’unico modo per avere un raccolto abbondante e in salute, c’è anche chi invece lo considera del tutto inutile.

In questo articolo vogliamo provare a fare chiarezza su un argomento così tanto dibattuto. Leggendo questa guida di Grow Shop Italia potrai quindi scoprire:

Come ben dovresti sapere, in Italia la coltivazione dei semi di cannabis è illegale. Ma ciò non toglie che - da appassionato di questo mondo - tu abbia ugualmente il desiderio e la curiosità di sapere in cosa consiste il flushing e a cosa possa servire.

Continua a leggere.

Cos’è il Flushing della Cannabis?

Il flushing consiste molto semplicemente nel lavaggio delle radici di una pianta di marijuana. Si tratta di una tecnica che ogni coltivatore dovrebbe conoscere e saper padroneggiare.


Con il passare delle settimane, i fertilizzanti somministrati tendono ad accumularsi e le piante non riescono più ad assimilarli ed elaborarli correttamente.

In questi casi, è necessario rimuovere gli eccessi per evitare squilibri nutritivi che possano compromettere la raccolta delle cime. Ma anche per togliere quel sapore di fermentato che l’uso dei concimi può lasciare sulle cime.

Il risciacquo delle radici si effettua gli ultimi 15 giorni di fioritura e prima del raccolto. Il coltivatore quindi procederà a:

  • ridurre la somministrazione di fertilizzanti, additivi e sostanze nutritive;
  • lavare le radici con grandi quantità di acqua a pH controllato o con una speciale soluzione osmotica per il flushing.

L’acqua corrente passa attraverso il terreno di coltivazione ed è drenata via. In questo modo, ogni residuo di minerale e nutriente viene rimosso lasciando il substrato pulito.

Per quanto possa sembrare paradossale, questo in realtà aiuta di più la pianta che sarà forzata a usare tutti i nutrienti in eccesso immagazzinati in essa per ricavare energia e continuare a crescere.

Un pò come succede quando mangiamo troppo cibo. L’eccesso si trasforma in riserve di grasso. Ma in condizioni di scarsità di cibo, il nostro organismo andrà a prendersi l’energia proprio da questi depositi di grasso.

Non sono soltanto le colture in terra a beneficiare del flushing. Questa operazione può essere molto efficace anche nelle coltivazioni idroponiche, anzi data la natura di queste colture, l’operazione di lavaggio è ancora più veloce e semplice.

L’azione di risciacquare una pianta può fare davvero una grande differenza nella qualità delle cime raccolte. Ma la scelta del giusto timing per il risciacquo è fondamentale. Se lo esegui troppo presto o troppo tardi, la salute delle tue piante potrebbe risentirne.

Leggi anche: Eccessi e carenze: come evitare gli squilibri nutritivi della cannabis”.

Qual è il momento migliore per risciacquare la cannabis

Il flushing può essere fatto in qualsiasi fase di crescita delle piante. In ogni caso, il momento in cui deciderai di farlo dipenderà anche dalla ragione per cui intendi realizzarlo.

In linea di massima ci sono 3 diversi momenti in cui puoi fare il lavaggio delle radici:

  1. Pre-raccolto (detto anche flush finale)
  2. Per trattare il blocco nutrienti
  3. Tra la fase vegetativa e quella di fioritura

Consulta la nostra guida per la irrigazione della cannabis

Il flush finale viene fatto almeno 2 settimane prima del raccolto con l’obiettivo di migliorare la qualità finale delle cime. Ti facciamo un esempio: se una pianta fiorisce in 8 settimane, il lavaggio andrà fatto sei settimane dopo l’inizio della fase di fioritura.

Nel passaggio dalla fase vegetativa a quella di fioritura della cannabis, l’apporto di sostanze nutritive N-P-K sarà diverso. Ad esempio, nella fase vegetativa la pianta avrà bisogno di una quantità maggiore di azoto (N), mentre nella fase finale concentrazioni alte di fosforo (P) e potassio (K) aiutano a sviluppare i fiori.

Perciò, da una fase all’altra, potrebbe essere utile il risciacquo delle radici. In questo modo non si altera il quantitativo di nutrienti e si evita l’accumulo di sostanze tossiche.

Quando si usano fertilizzanti chimici per sostenere e nutrire le piante bisogna mantenere il giusto equilibrio. Una sovraconcimazione o uno squilibrio del pH può causare facilmente l’accumulo di sali nel substrato. Questa condizione è la premessa del cosiddetto blocco dei nutrienti, ovvero l'incapacità della pianta di assorbire il nutrimento.

Fare uno o più lavaggi, subito dopo aver concimato la pianta, è un ottima strategia di prevenzione. In caso di blocco accertato invece, se intervieni subito con il flushing riuscirai a risolvere il problema senza che la pianta vada in sofferenza.

Cura della cannabis, quando devi evitare il flushing

C’è un solo caso in cui è consigliato evitare il flushing: quando utilizzi come substrato di coltivazione terriccio pre fertilizzato o Super Soil.

Questo substrato, infatti, è ricco di microrganismi benefici per le piante come micorrize, funghi e batteri. Procedendo al lavaggio andresti ad alterare se non danneggiare del tutto questa biodiversità naturale così delicata.

Vantaggi e svantaggi del lavaggio delle radici di cannabis

Ricapitolando, ci sono diversi vantaggi per cui dovresti sottoporre una pianta di cannabis al flushing:

  1. Migliorare la Qualità del prodotto finale: l’uso di troppo fertilizzante può influenzare aroma e sapore delle cime, rendendoli sgradevoli, ma anche il fumo generato è più aspro e irritante. Con il lavaggio al contrario avrai cime pulite e aromi più appaganti;
  2. Prevenire il Blocco dei Nutrienti: il flushing permette di correggere rapidamente errori di concimazione e superare la soglia di tossicità resettando il contenuto di nutrienti nel substrato;
  3. Ottimizzare la fioritura: nel passaggio dalla fase vegetativa a quella di fioritura cambia l’apporto di nutrienti NPK (da 1:1:1 a 1:2:2). Lavando le radici tra una fase e l’altra eliminerai i residui di azoto, favorendo una migliore assimilazione di fosforo e potassio.

Di contro, il flushing presenta anche un rovescio della medaglia del quale non puoi non essere a conoscenza. In alcune situazioni, infatti, il lavaggio è più un male che un bene per le tue coltivazioni, perché:

  • Non è adatto a tutti i tipi di substrato: se utilizzi terreni con ammendanti naturali o in Super Soil, il flushing potrebbe rovinare l’equilibrio naturale dei nutrienti;
  • È suscettibile a squilibri di pH: se non lo fai correttamente e non tieni sotto controllo il pH dell’acqua prima di usarla per lavare le radici, potresti causare situazioni di carenze potenzialmente letali per le piante e difficilmente risolvibili;
  • Può comportare costi aggiuntivi: in alcuni casi potrebbe essere necessario utilizzare integratori a base di enzimi e zuccheri per ottimizzare il processo di flushing. Questo potrebbe implicare investimenti non previsti;
  • Arresta la crescita di una pianta: lavando le radici si rimuovono dal terreno fertilizzanti che servono alle piante per crescere. Se per inesperienza esegui il flushing al momento sbagliato o quando non è necessario finirai per bloccare la crescita delle tue coltivazioni.

Ciò vuol dire soltanto una cosa: non improvvisare ma usare criterio quando si fanno le cose. Vediamo allora come fare correttamente il risciacquo della cannabis. Leggi il prossimo paragrafo.

Canna Flush

Canna Flush è un prodotto destinato al risciacquo finale dei vegetali prima della raccolta dei frutti.

Come si fa il risciacquo delle radici di cannabis

Prima di procedere al flushing della cannabis è necessario disporre di alcuni strumenti essenziali, che sono:

  • Piaccametro: che serve a misurare il pH del terreno;
  • Misuratore TDS: utile per controllare la quantità di sali disciolti nell’acqua che scorre via dai vasi e dunque vedere se il flushing abbia fatto effetto;
  • EC Tester: che misura la conduttività elettrica dell’acqua e della soluzione nutritiva e ti indicherà se il lavaggio è riuscito a drenare via nutrienti in eccesso;

Il processo di per sé è molto semplice, ma va comunque eseguito correttamente se vuoi ottenere dei risultati. Dovrai semplicemente innaffiare il terreno con abbondante acqua pulita. Il processo può essere ripetuto più volte, dopo aver aspettato che tutta l’acqua in eccesso sia stata correttamente drenata.

Per chi coltiva semi autofiorenti, valgono le stesse regole utilizzate per il flushing finale, di tutte le varietà di cannabis.

Ma vediamo esattamente quali sono i passi da seguire per il flush:

  1. Interrompi la fertirrigazione circa tre-due settimane prima del raccolto;
  2. Lava il substrato con abbondante acqua di rubinetto a pH tra 5,8 e 6,5 e a temperatura di circa 25°C (per sciogliere meglio i sali);
  3. Ripeti il processo più volte, per circa 25-30 minuti, aspettando che l’acqua sia completamente drenata prima di ricominciare;
  4. Misura il deflusso di acqua con un misuratore TDS e uno EC per verificare che sia stata rimossa gran parte dei minerali dissolti;
  5. Lasciar asciugare il terreno;
  6. Ripetere il processo per 14 giorni interi.

Il segno che la pianta è stata lavata correttamente sarà un cambiamento nel pigmento di colore delle foglie. Significa che la pianta ha esaurito le riserve interne e utilizzato tutti i nutrienti disponibili. Questa è anche un’indicazione che il raccolto è prossimo.

Come fare invece il risciacquo delle piante idroponiche? Hai due opzioni disponibili:

  • Risciacquo graduale: dovrai diluire l’acqua nel serbatoio con acqua pulita a pH controllato, progressivamente nell’arco di 7-14 giorni;
  • Risciacquo rapido: si svuota completamente il serbatoio e si riempie con acqua ad osmosi inversa priva di fertilizzanti e con un pH bilanciato tra 8 e 6.2.

In questo caso dovrai eseguire il lavaggio delle radici 2 giorni prima del raccolto, perché sostituendo l'acqua tutte le sostanze nutritive vengono rimosse immediatamente.

Consulta la nostra guida per la coltivazione idroponica

Ma il flushing è davvero utile o si tratta di un mito sopravvalutato?

Nel 2017, Jonathan Stemeroff ha presentato una tesi all'Università di Guelph (Canada) per il suo Master in Scienze Ambientali dal titolo “Strategie di gestione dell'irrigazione per la cannabis medica in ambienti controllati”.

In questo studio, sono stati approfonditi anche gli effetti del lavaggio delle radici, giungendo a una chiara conclusione: il lavaggio delle radici era inefficace nella rimozione quantità significative di nutrienti dai fiori.

Qualche anno dopo, e precisamente nel 2020, l’azienda americana di nutrienti RX Green Technologies ha commissionato uno studio completo dell'efficacia del lavaggio delle radici durante l'ultimo periodo di vita delle piante, intitolato “Impatto di differenti tempi di lavaggio sulla qualità e il sapore della Cannabis Sativa L.”.

Anche la conclusione di questo studio è che somministrare nutrienti alle piante durante gli ultimi 14 giorni di coltivazione non avrebbe un impatto significativo sulla qualità dei fiori ottenuti. Ma neppure sul loro contenuto di cannabinoidi e terpeni, né sulla percentuale di nutrienti in essi presenti, e nemmeno sulla resa finale della coltura in peso di fiori secchi.

Molti growers leggendo queste righe potrebbero rimanere increduli o delusi, ma sembrerebbe che il flushing sia una pratica che non possieda nulla di scientifico in merito ai benefici di sapori e odori della cannabis.

Tutto questo, neanche a dirlo, ha ulteriormente infuocato il dibattito già acceso tra i sostenitori dell’una o dell’altra scuola di pensiero.

Noi di Grow Shop Italia abbiamo un debole per sfatare i miti e le leggende metropolitane ed anche questa volta non saremo da meno.

Benché alcuni studi scientifici smentiscano questa posizione, noi rimaniamo convinti sostenitori che il flushing dia beneficio agli aromi e ai sapori dei fiori di cannabis. La nostra opinione è che molto dipende da quantità, tipologia di nutrienti e dal substrato utilizzato.

Lasciamo a voi l’ardua sentenza sull’efficacia reale del flushing, ma in ogni caso il nostro consiglio è di non esagerare con la concimazione. Un accumulo di fertilizzanti può determinare odori sgradevoli e non è bene mai eccedere con le dosi.